Il mio sogno da bambina
I guardiani del tempo: l’inizio della storia
Non ho mai capito se ho sempre amato le favole perché hanno luogo in un bosco oppure se amo andare nel bosco perché mi sembra di stare in una favola. Quello che è certo è che mi piace sognare ad occhi aperti e, se lo faccio in un bosco, tutto diventa più facile.
Da bambina avevo una gran fantasia, inventavo storie con mille intrighi e colpi di scena degni dei migliori fantasy. Ho costruito per anni un mondo tutto mio, ma che condividevo con gioia con la mia migliore amica come fosse vero. Ricordo ancora con tristezza il giorno in cui dentro di me ho sentito il bisogno di dirle la verità, di ammettere ad alta voce “è tutto per finta, io lo so che non sono vere queste storie, però è stato un bel gioco”.
La mia amica aveva un anno in più di me e stava per cambiare scuola. Sapevo che il nostro gioco era giunto al termine, quando avrebbe conosciuto i suoi nuovi compagni tutto sarebbe cambiato. Era meglio chiudere il nostro mondo insieme, invece di rimanerci da sola.
Aveva il magone anche lei mentre rispondeva “sì, è stato davvero un bellissimo gioco, ma anche io sentivo che oggi dovevamo dirci la verità”. In un primo momento entrambe ci siamo sentite liberate di un peso e abbiamo riso felici nella nostra nuova età. Ma al momento dei saluti il magone era tornato perché sapevamo che nulla sarebbe stato più come prima.
Era un prima bellissimo, ma non poteva andare avanti per sempre. Dovevamo crescere.
Quel giorno il mondo incantato si è chiuso dietro di noi e pian piano la nostra amicizia si è affievolita. Ma l’eco dei nostri richiami di marmotta che rimbalzava sulle montagne è ancora un pensiero felice nei miei ricordi. Era il grido di gioia con cui iniziava e finiva ogni avventura nel magico mondo. Avevamo il permesso farlo solo quando eravamo nei prati, perché eravamo dannatamente brave a imitare le marmotte.
Crescendo ho poi smarrito la mia fantasia, che, non trovando sfogo nella magia, è rimasta imbrigliata in una ragnatela di quel bellissimo mondo. Ma nel bosco ho continuato ad andarci per trovare conforto ogni volta che mi sentivo troppo piccola per i miei “grandi” problemi.
Ormai conoscevo tutti i nomi latini e sapevo perfettamente com’erano fatti dentro. Ma i saggi alberi erano sempre là, a vegliare su di me e a dirmi che ci vuole tanto tempo per fare tutto quel legno.
Un giorno ho scolpito a mano libera su un pezzo di cirmolo senza disegno e senza sapere cosa ne sarebbe uscito. Dopo un po’ mi si è presentato il volto di un mago. Ricordo di essermi guardata le mani e di aver detto al mio compagno: “ma l’ho fatto io??”
Ho sentito che il mio mondo incantato era ancora là ad aspettarmi nei boschi. E anche se ormai ho cambiato voce e il grido di marmotta non mi riesce più, con le mie nuove e affilatissime bacchette magiche forse posso far vedere quei volti anche a te, che nella magia non ci credi più perché ormai sei grande da troppo tempo.
Così è nata l’idea dei Guardiani del tempo. Una storia iniziata in realtà tanti tanti anni fa, che si era assopita in una ragnatela e aspettava solo il tagliente bacio di una sgorbia.
Dedicato a Simona, Pom Pom, Pelouches, e a tutti i nostri amici elfi, senza i quali oggi sicuramente non sarei la stessa Luisa.
Qui ti ho raccontato l’inizio della storia, se vuoi vedere i guardiani del tempo vai alle sculture nascoste:
- Walden – Vita nel bosco 📖 Henry David Thoreau - 15 Maggio 2024
- Mi sono fatta fregare di nuovo 🐾 La trappola digitale - 15 Aprile 2024
- Irene - 27 Dicembre 2023
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