“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici.“
Henry David Thoreau
Walden – Vita nel bosco
di Henry David Thoreau
La citazione che ho scelto per questo libro è decisamente la più famosa. Conosco e amo questa frase dal primo giorno in cui l’ho udita. Ero al liceo, in una di quelle rare mattinate dedicate al cineforum. Ci sedevamo tutti per terra in una stanzetta freddissima a guardare film “proiettati in televisione” con la ormai preistorica videocassetta VHS e un audio pietoso che neanche in una caverna.
Ovviamente il film di quella mattina era L’attimo fuggente, (Dead Poets Society) film del 1989 diretto da Peter Weir e interpretato da Robin Williams. Indimenticabile.
Fin da quella prima volta ho desiderato leggere il libro che veniva citato nel film. Poi, come tutte le cose viste e sentite al liceo, anche questa è finita nel famoso dimenticatoio tanto nominato dai miei professori. In effetti “il dimenticatoio” è l’unica cosa che mi è rimasta di quei lunghi e noiosissimi anni. Grazie prof 🤟 bella lì!
Chissà come e chissà perché il ricordo mi è tornato a galla qualche anno fa e dopo una veloce ricerca su Google sono risalita all’autore e al libro che ho poi letto in formato digitale. Sono ancora una fanatica della carta, ma trovo comunque utile portare sempre con me due o tremila libri, cosa che mi è permessa solo digitalmente.
La prima volta che l’ho letto ho fatto una fatica bestia, non lo nego. Non sono filosoficamente preparata o abbastanza colta da capire e cogliere immediatamente il linguaggio che veniva usato nel 1854. Poi Henry David ama particolarmente i voli pindarici. Per come sono fatta io, il formato digitale si è rivelato un errore. Nonostante la fatica non ho mai pensato di abbandonarne la lettura, ma avrei voluto poter sottolineare e commentare sui margini come al mio solito.
Quindi un paio di anni dopo ho deciso di rileggerlo su carta.
Questa volta ci ho impiegato due mesi, perché volevo dedicare a questa lettura solo tempo di alta qualità e purtroppo il tempo libero disponibile è stato raro ultimamente. Nel frattempo, nelle sere in cui mi sentivo particolarmente stanca mi sono crogiolata con qualche lettura più scorrevole e contemporaneamente a Walden ho letto altri tre libri.
Se ancora non l’hai letto mi spiace per te: non farò troppi spoiler e non aggiungerò altre citazioni in questo articolo, devi leggerlo e trovare le tue frasi da sottolineare e commentare.
Se anche tu hai un animo minimalista e selvatico come il mio, leggendo questo libro ti sentirai meno solo e capirai che non c’è niente che non va in te. Esistono altre persone simili, che stanno bene da sole, che amano le cose estremamente semplici, che non sentono il bisogno di circondarsi di mille oggetti per forza e anzi, si sentono infastidite dall’avere troppe cose intorno.
Comunque devo proprio dirlo, secondo me Henry David era un cittadino abituato alla vita agiata. Dopo l’università, all’età di trent’anni ha voluto provare una vita estremamente semplice trasferendosi due anni sulle sponde del lago Walden, nel territorio di Concord, Massachusetts. A quei tempi, un comune ragazzo di campagna non avrebbe mai sentito la necessità di provare una vita spartana. Questa è una curiosità di chi nasce fortunato e ha tanto tempo per pensare.
Nonostante questo mio pensiero un po’ critico, sono contenta che lo abbia fatto, perché l’autore ha potuto condividere con noi concetti che esprime divinamente.
Per tanto tempo, prima di leggere il libro, basandomi solo sulla citazione più famosa di quelle pagine, ho creduto che avesse vissuto nel bosco come una sorta di “uomo primitivo” e che si fosse davvero adattato a vivere solo con quello che trovava, senza alcun aiuto esterno e in maniera completamente isolata dalla “civiltà”.
Invece non ha vissuto in totale isolamento in una grotta. Henry David si è costruito da solo una casetta senza troppi confort sul terreno di un conoscente che gli ha dato il permesso per farlo. Riceveva visite interessanti di tanto in tanto. Non ha vissuto nutrendosi esclusivamente di erbe selvatiche. Si è coltivato un campo e parte del raccolto lo ha venduto per acquistare cose che non avrebbe potuto procurarsi diversamente.
Tutto viene ampiamente dettagliato nel libro: le uscite, le entrate, i sacchi di malta necessari per la costruzione della casetta, i dettagli su semi e raccolto. Ad un certo punto, forse preso dalla noia, ha anche deciso di cubare il lago: ha preso le misure in lungo e in largo e descrive tutto nei dettagli.
Sono queste le cose che a volte rendono un po’ pesante la lettura. Ma anche quelle che la rendono così magica.
Mi è sembrato di essere lì con lui, ad impazzire un pochino ogni giorno, e nello stesso tempo a rinsavire poco alla volta, tornando alle origini di una vita ridotta ai minimi termini.
Aspettare con lui il sorgere del sole senza aspettarlo davvero, perché intensamente vissuta la notte. Godere di una giornata di pioggia, senza fretta, senza ansia di finire il lavoro nel campo.
Accogliere con un leggero fastidio amici intellettuali che aggiornano sulle cose ormai considerate futili e noiose della solita vita in città ma riscoprire un prezioso animo filosofico nel rude boscaiolo o nel cacciatore.
In ogni frase e in ogni concetto è descritta la magia delle cose semplici e banali, delle cose alle quali non prestiamo più attenzione, perché troppo presi dai nostri impegni, dalle nostre attività, dalle vite cariche che siamo abituati a vivere. Una follia.
Walden – Vita nel bosco è un ritorno a sé. Un elogio alla vita semplice, alla solitudine. E’ un libro a strati, di quelli da rileggere ogni due anni, perché ogni volta che lo rileggi ci trovi un concetto nuovo.
Consigli per la lettura se sei un caprone come me, se sei un intellettuale salta l’elenco
- Leggilo su un libro vero di carta, non su un dispositivo elettronico e tanto meno in formato audio. Questo libro va assaporato e sottolineato.
- Dedica alla lettura di questo libro tempo di alta qualità. Non di sera dopo una lunga giornata di lavoro, non in luoghi o momenti con troppe distrazioni.
- Cerca di non divorarlo ma leggilo con calma, ritorna sulle frasi che senti risuonare con la tua essenza, sottolinea, prendi appunti. Digerisci i concetti e torna a leggerli di tanto in tanto: più tempo ci metti a finirlo, meglio è.
- Resisti fino alla fine, non demordere, anche se la tentazione di abbandonarlo è forte, piuttosto leggi in contemporanea altri libri più leggeri e scorrevoli, ma torna su Walden appena puoi. Basta leggere un capitolo fra una pausa e l’altra.
- Cerca di non barare e di non saltare le pagine. Henry David è stato scaltro e ha messo i concetti più belli dove meno te l’aspetti.
Walden – Vita nel bosco (su Macrolibrarsi)
Walden – Vita nel bosco (su Amazon)
Gratis se lo prendi in prestito in biblioteca 😉
Questi sono link affiliati. Significa che se acquisti il libro a partire da questa pagina io ricevo una piccola percentuale senza che a te venga aumentato il prezzo. Nel caso, grazie 💚
- Walden – Vita nel bosco 📖 Henry David Thoreau - 15 Maggio 2024
- Mi sono fatta fregare di nuovo 🐾 La trappola digitale - 15 Aprile 2024
- Irene - 27 Dicembre 2023
Lascia un commento